Gioia e rivoluzione

13 giugno 2009

Gioia e rivoluzione

Canto per te che mi vieni a sentire
suono per te che non mi vuoi capire
rido per te che non sai sognare
suono per te che non mi vuoi capire
nei tuoi occhi c’è una luce
che riscalda la mia mente
con il suono delle dita
si combatte una battaglia
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare
il mio mitra è un contrabbasso
che ti spara sulla faccia
che ti spara sulla faccia
ciò che penso della vita
con il suono delle dita si combatte una battaglia
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare

Questa canzone è stata la mia introduzione agli AreA. Era la sigla d’apertura della trasmissione Pulsione di morte, programma radiofonico del gruppo/antigruppo omonimo di cui ero membro/antimembro nella Bologna all’inizio degli anni novanta (diobbono, il secolo scorso!)

Luglio, agosto, settembre (nero), gli Area

Giocare col mondo facendolo a pezzi
bambini che il sole ha ridotto già vecchi

Non è colpa mia se la tua realtà
mi costringe a fare guerra all’omertà.
Forse un dì sapremo quello che vuol dire
affogare nel sangue con l’umanità.

Gente scolorata quasi tutta uguale
la mia rabbia legge sopra i quotidiani.
Legge nella storia tutto il mio dolore
canta la mia gente che non vuol morire.

Quando guardi il mondo senza aver problemi
cerca nelle cose l’essenzialità
Non è colpa mia se la tua realtà
mi costringe a fare guerra all’umanità.